E’ il 19 marzo 2004, il cronometro sul muro della palestra di arti marziali indica le 21:55.
Giorno, minuto, secondo che modificano la vita di Fabrizio Cornegliani, nato nel 1969 a Miradolo Terme. Lo sport e la gara erano già pane quotidiano, dalla pista di biglie in oratorio a Valera Fratta al basket/pallavolo/calcio fino all’atletica leggera praticata con la Snam di S. Donato sotto la guida di Felice Costante.
Gli obblighi lavorativi “dismembrano” la passione di Fabrizio per la corsa ma le arti marziali mantengono in vita la sua predisposizione alla disciplina e alla sfida. L’incidente in palestra gli costa la lussazione di due vertebre e la tetraplegia. La riabilitazione è una scelta ma il continuo e folle desiderio di vita lo conducono all’handbike, attrezzo più adatto per il recupero.
“Quindici anni passati su quel mezzo mi hanno permesso di tornare ad essere un atleta performante e perfezionista“.
Lo sa bene Ercole Spada con il quale Fabrizio ha creato il Team Equa, il quale lo definisce “un grande campione e il miglior collaudatore a livello nazionale e internazionale”. E’ nota, la sua febbrile determinazione alla ricerca della precisione e la sua decisione alla causa dei compagni di squadra. Dieci trionfi italiani assoluti, un paio di giri d’Italia, medaglie europee, tre titoli di campione del mondo, tre maglie iridate, un argento ed un bronzo.
Lo spazio per i successi a casa Cornegliani è sempre troppo piccolo.
Immensa invece è la sua voglia di vivere, di vincere e di spiccare il volo (è pilota di ultraleggeri abilitato anche al trasporto di passeggeri).
“La tetraplegia è un universo a sé, dopo l’incidente è iniziato un nuovo cammino di sfida e sopravvivenza.”